Mosca è passata nel campo dei suoi nemici?
Il generale Leonid Ivashov, che attualmente è presidente dell’Accademia Russa dei Problemi Geopolitici (AGP) ed ex capo di stato maggiore congiunto delle Forze armate russe, ci ha avvertito che l’“Occidente” non ha abbandonato i genocidari, contraddistinti da incessanti inganni(“è con l’inganno che facciamo la guerra”), piani di colonizzazione totale del “resto del pianeta”.
Nota del direttore di Global Research
Questo articolo del generale Ivashov è di importanza cruciale. Esso sembra suggerire che la Russia si sia schierata con l’alleanza militare USA-NATO-Israele.
Con il congelamento degli accordi di cooperazione militare con Teheran relativi al sistema di difesa aerea iraniano, Mosca ha di fatto dato il via libera al Pentagono. Senza il sistema di difesa aerea S-300 che include il supporto tecnico russo, l’Iran è un’“anatra seduta”. Tale conformità di Mosca alle richieste degli Stati Uniti è una precondizione per una guerra totale contro l’Iran. Mosca ha senza ombra di dubbio lasciato intendere che non interverrebbe nel caso fosse lanciato un attacco agli impianti nucleari iraniani.
Michel Chossudovsky, 22 Settembre 2010
23 Settembre 2010
Il capo di stato maggiore dell’esercito russo Gen. N. Makarov ha dato notizia il 22 settembre che la Russia non consegnerà i sistemi di difesa aerea S-300 all’Iran. Indipendentemente dalle spiegazioni ufficiali, non ci vuole un esperto per capire che un sistema puramente difensivo, progettato per proteggere una nazione da attacchi aerei e di missili da crociera, come fa appunto l’S-300, non può costituire una minaccia per nessun Paese, a meno che non attacchi il possessore.
Per quanto riguarda il braccio di ferro fra l’Iran e Israele, Teheran è costantemente di fronte a minacce di attacchi aerei massicci, e prendere misure per impedire un’aggressione è un dovere per tutti i Paesi che cercano di sostenere la pace, specialmente per un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che condivide la responsabilità della sicurezza globale. L’aggressione è meno probabile nella situazione di parità militare o se la potenziale vittima è in grado di infliggere danni inaccettabili per l’aggressore. Il possesso da parte dell’Iran del complesso missilistico S-300 esporrebbe le forze aeree di Israele al rischio di danni inaccettabili nel caso in cui il secondo scelga di attaccare il primo. Negare all’Iran il diritto a mezzi efficaci di autodifesa equivale a incoraggiare l’aggressione contro di esso. La Russia non sta contribuendo così a scatenare una disastrosa guerra in prossimità dei propri confini, una guerra contro un Paese che, tra l’altro, ospita una folta colonia di specialisti russi? Senza contare che il rifiuto di fornire il complesso missilistico S-300 all’Iran danneggia gravemente gli interessi politici ed economici della Russia.
Quale potrebbe essere la motivazione dietro l’ultima decisione della Russia? Ovviamente, deriva da diversi aspetti connessi. Apparentemente ignara dell’esistenza dell’arsenale nucleare israeliano, Mosca ha per anni fatto il gioco di domare le presunte ambizioni nucleari dell’Iran e ha votato per le sanzioni contro il Paese al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. In realtà, Teheran ha proposto per un certo numero di volte di trasformare il Medio Oriente in una zona libera dal nucleare. Il piano è stato accolto con favore dalla maggioranza del mondo arabo, ma sembra essere un tabù per il ministero degli Esteri russo. Ora, per quale ragione?
Igor Yurgens, capo dell’Istituto dello Sviluppo Contemporaneo, un think tank russo ben introdotto nei centri di potere, ha detto alla tavola rotonda Russia-Stati Uniti organizzata dal Nixon Center il 28 luglio 2010, che non tutti in Russia guardano al crollo dell’URSS come a una catastrofe geopolitica (come l’ex presidente russo e attuale premier Vladimir Putin ha descritto lo sviluppo storico). Yurgens ha proseguito affermando che l’obiettivo di quest’ultimi è quello di integrare la Russia nell’architettura di sicurezza euro-atlantica e di portare finalmente il Paese nella NATO. Egli ha elogiato la riforma delle forze armate del ministro della difesa russo A. Serdyukov e ha detto che nel prossimo futuro la Russia arriverà ad importare – stranamente – almeno il 30% delle armi e delle attrezzature per l’esercito da Israele e dai Paesi della NATO. Un altro oratore russo della tavola rotonda – il Generale V. Dvorkin che, casualmente, ha effettuato una visita in Israele poco tempo fa – ha esortato i senatori degli Stati Uniti a dare il sostegno per lanciare un attacco contro l’Iran il più presto possibile ed ha addirittura presentato una simulazione computerizzata del conflitto alla controparte americana.
I ministri della difesa di Russia e Israele, A. Serdyukov ed Ehud Barak, hanno siglato per la prima volta un accordo sulla cooperazione militare tra i due paesi il 6 settembre 2010. Le controparti si sono spinte così avanti fino a includere lo scambio di dati di intelligence nell’accordo, lasciandolo aperto all’interpretazione se da ora in poi la Russia spierà i Paesi Arabi, la Turchia e l’Iran e passerà le informazioni riservate a Israele. Mentre in passato l’amministrazione russa ha cercato l’accordo con Tel Aviv per vendere armi ai Paesi del Medio Oriente, adesso l’impressione è che necessita dell’autorizzazione esplicita di Israele per tali vendite. Un simile assurdo sistema era in vigore ai tempi della commissione Gore-Cernomyrdin quando Mosca non aveva nemmeno il coraggio di fornire ordinarie attrezzature meccaniche all’Iran senza il via libera di Washington per l’affare.
Non è un segreto che Israele ha dato assistenza per l’organizzazione e il lancio, nell’agosto 2008, della non provocata aggressione georgiana contro l’Ossezia del Sud e del raid mortale contro i peacekeeper russi dispiegati nella repubblica. I consiglieri israeliani sono in parte responsabili per lo spargimento di sangue, ma si ha l’impressione che in questo momento per Mosca nessun sacrificio abbia un prezzo troppo alto in cambio di un biglietto di ingresso nella civilizzazione Giudeo-atlantica.
Decisioni come quella annunciata dal Gen. N. Makarov minano il prestigio della Russia ed erodono la sua sicurezza, rendendo il mondo meno sicuro per ognuno di noi. Al momento il mondo islamico ha motivo di ritenere che Mosca è passata nel campo dei suoi nemici. Dato il fatto che la Russia è bloccata in un conflitto prolungato nella parte musulmana del Caucaso, e che oltre un milione di musulmani risiedono a Mosca, inimicarsi tutto il mondo musulmano è l’ultima cosa di cui il Paese ha bisogno.
Nel complesso, la riforma militare di Serdyukov – la revisione strutturale, l’introduzione del sistema delle brigate, le acquisizioni di armi israeliane e della NATO, le esercitazioni congiunte Russia-Occidente negli Stati Uniti e in Europa, e l’ondata di chiusure di accademie militari – portano gli osservatori a concludere che il vero piano dietro di essa è di trasformare ciò che ancora rimane dell’esercito e della marina russi in un corpo di spedizione degli Stati Uniti e della NATO.
Vogliamo davvero essere usati nei ruoli più rischiosi nelle avventure militari degli anglosassoni e della leadership sionista di Israele per conto del dominio globale ombra dell’oligarchia finanziaria? Lascio agli altri giudicare ciò che gli autori di tale piano meritano.
*Leonid Ivashov è presidente dell’Accademia dei Problemi Geopolitici
Tratto da: Global Research, September 23, 2010
(traduzione a cura di Antonio Grego)
© Copyright Vladimir Ivashov, Global Research, <http://globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=21157> 2010